Curriculum
Paola Maria Filippi, nata a Trento, ha insegnato nelle Università di Innsbruck e Bologna Lingua italiana, Letteratura tedesca e Traduzione letteraria. È socia dell’Accademia Roveretana degli Agiati dal 1993 e attualmente membro del consiglio accademico in qualità di rettrice della classe di Lettere e Arti. È socia di Villa Vigoni, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, del Centro Studi Judicaria, della Österreichische Gesellschaft für Germanistik e di numerose altre associazioni scientifiche. Ha sempre accompagnato il lavoro di ricerca e critica con l’impegno traduttivo.
Giovanni Prati – Canzoniere Giudicariese, Trento 1984
Rainer Maria Rilke – Lou Andreas Salomé, Epistolario, Milano, La Tartaruga, 1984 (con C. Groff)
Il ruolo di Paul Heyse nella recezione di Manzoni nei paesi di lingua tedesca, in «Annali Manzoniani», Nuova Serie I (1990), pp. 225-239
La cultura tedesca in Italia. 1750-1850 (curatela con A. Destro), Bologna, Patron, 1995.
Giuseppe Valeriano Vannetti: tradurre dal tedesco nel Settecento, in P. Cordin/ M. Iliescu/ H. Siller-Runggaldier (a cura di), Parallela 6. Italiano e tedesco in contatto e a confronto, Trento, Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche, 1998, pp. 505-519
La periferia traduce: Giuseppe Valeriano Vannetti tra mondo italiano e mondo d’oltralpe, in G. Cantarutti, S. Ferrari e P. M. Filippi (a cura di), Il Settecento tedesco in Italia. Gli italiani e l’immagine della cultura tedesca nel XVIII secolo, Bologna, Il Mulino, 2001, pp. 163-215
La cultura italiana nei paesi di lingua tedesca dal 1900 al 1945. I grandi Kulturvermittler della cultura italiana. Hermann Hesse e i fratelli Mann tra natura e cultura. Rudolf Borchardt e Stefan George lettori di Dante. L’Impero Danubiano e la sua anima latina, in L. Formisano (a cura di), La letteratura italiana fuori d’Italia. Storia della letteratura Italiana, vol. XII, Roma, Salerno, 2002, pp. 896-915
F.M. Klinger, Medea in Corinto. Tragedia, Firenze, Nardini, 2004, pp. 33-98 (prima traduzione italiana; titolo originale: Medea in Korinth. Tragödie)
Andrea Maffei e la sua idea del tradurre. Gli Idillj di Gessner fra il «parlar dei moderni e il sermon prisco», in G. Cantarutti – S. Ferrari – P. M. Filippi (a cura di), Traduzioni e traduttori del Neoclassicismo, Milano, Franco Angeli, 2010, pp. 175-192
Il Cornet di Rilke nella lettura di Vicenzo Errante. Con una scelta di scritti inediti, Arco, Il Sommolago, 2011, pp. 128
Das Trentino in der österreichischen Literatur. Metamorphose einer Landschaft, in M. Müller e L. Reitani, Von der Kulturlandschaft zum Ort des kritischen Selbstbewusstseins, Wien/Berlin, Lit Verlag, 2011, pp. 21-30.
Gustav Heinse. Il monte in fiamme. Ai morti del San Michele e di San Martino del Carso, Ferrara, Kolibris, 2013, pp. 98.
Parlare di pace in tempo di guerra. Bertha von Suttner e altre voci del pacifismo europeo (curatela), Rovereto, Accademia Roveretana degli Agiati e Osiride, 2015, pp. 230.
Intervento nel Docufilm
La Rovereto in cui Rosmini nasce e cresce è una fra le tante realtà urbane periferiche di un vasto, vastissimo Impero. Ma è anche una cittadina un po’ speciale. Gode di discreto benessere materiale grazie alla posizione geografica ed è conosciuta ben oltre i suoi confini per la produzione della seta. Soprattutto si distingue, però, per la vivacità e l’apertura della vita culturale. Il secolo dei Lumi ha in Rovereto una delle sue piccole, importantissime “capitali”, con rappresentanti di caratura internazionale: Girolamo Tartarotti, il letterato di ascendenza muratoriana che nega la stregoneria, i fratelli scienziati Felice e Gregorio Fontana, il giurista Giovanni Battista Todeschi. Il sapere aperto al civile e la passione per le novità scientifiche, mai disgiunti da un’attenzione speciale alle espressioni letterarie e artistiche, trasformano la Città della Quercia nell’ “Atene del Trentino”. Il centro propulsore di questa fioritura culturale, segnata da un marcato cosmopolitismo, è l’Accademia degli Agiati, un sodalizio filosofico-letterario fondato nel 1750 da cinque giovani, fra cui Giuseppe Valeriano Vannetti e Bianca Laura Saibante. Dalla fondazione, e ancor oggi, decine di intellettuali – roveretani, italiani e stranieri – fanno dell’Accademia un concreto luogo d’incontro di lingue e culture, partecipando a progetti di sapere condivisi, alla ricerca di possibili ricadute politico-sociali. Tutti gli ambiti del sapere sono oggetto d’indagine e riflessione: il progresso materiale deve accompagnarsi a quello spirituale e pedagogico. Esattamente le coordinate entro cui poi avrebbe operato Antonio Rosmini.